Il “Progetto Legalità” nasce da un’idea della prof.ssa Concetta Visconti e della prof.ssa Daniela Martinelli, concretizzatasi grazie alla collaborazione tra il Chris Cappell College (classe 3 D) e la Fondazione Avvocatura Veliterna, con lo scopo di riflettere sui Diritti umani e allo stesso tempo dare la possibilità ai ragazzi di stare insieme in modo costruttivo, dopo mesi e mesi di pandemia.
Gli allievi, guidati dall’attrice e operatrice teatrale, Rappresentante della Rete Nazionale Obiettivo Nuove Generazioni, Cristina Colonnetti, hanno potuto partecipare a un corso di 60 ore, svoltesi in orario antimeridiano e pomeridiano, durante il quale, attraverso il teatro e le sue dinamiche, hanno potuto prima di tutto di prendere maggiore consapevolezza di loro stessi e imparare a lavorare in gruppo, e poi affrontare il tema dei diritti, i nostri e quelli altrui, e come vengono intesi nelle diverse zone del mondo ed in circostanze differenti.
I ragazzi stessi hanno creato personaggi e storie del racconto attraverso un lavoro di scrittura creativa, arrivando alla stesura finale e infine alla messa in scena.
Nonostante le innegabili e preoccupanti difficoltà e le ripercussioni che la Pandemia e i suoi problemi hanno creato specie sui giovanissimi, i ragazzi si sono messi in gioco ed hanno affrontato questa sfida che li ha visti rappresentare il loro testo al Forte Sangallo a Nettuno e a Tivoli al “Rocca Fest”, manifestazione voluta da Ass. Ariadne con “Progetto Unicef Teatro”, qui il Premio Miglior Attrice, tra tutte i gruppi partecipanti, è andato all’alunna Martina De Luca.
Quando tutto tace ed intorno a noi cala il silenzio, il buio, allora dobbiamo avere il coraggio di guardarci
dentro, di reagire, nonostante tutto. Quando tutto fuori sembra troppo difficile da affrontare, dobbiamo imparare a ritrovare una luce.
Nina, una semplice ragazza come tante altre, si rifugia nel suo diario, attraverso la scrittura di quelle pagine, inventando storie che prendono in prestito i volti dei compagni di classe che sta imparando a conoscere. Cerca di esplorare altri orizzonti, di aprire il suo sguardo verso storie che non riesce ancora a capire profondamente, forse neppure ad affrontarle con la giusta prospettiva ed il giusto peso, ma prova comunque a raccontare, a immergersi nella realtà di altri esseri umani, a cercare di comprendere. I suoi compagni appoggiano l’esperimento e danno la propria voce ai racconti. Si sentono fragili, insicuri, troppo sotto pressione in un mondo in cui tutti dobbiamo per forza risultare perfetti, patinati, a posto.
Smarriti, ricercano una prospettiva, si fanno domande, tentano di alzare lo sguardo e ricominciare a guardarsi negli occhi. Provano a parlarsi, ad ascoltarsi davvero.