Presentazione a cura del Prof. Antonio D’Augello
«La chitarra è una piccola orchestra, uno strumento adatto sia ad accompagnare la voce che a figurare in molti brani strumentali, così come per eseguire pezzi solisti di maggiore o minore complessità e a più parti, che possiede un indubbio fascino quando suonato da veri virtuosi. Dalla introduzione del pianoforte, in tutte le case dove esiste un interesse per la musica, la chitarra è usata con meno frequenza, tranne che in Spagna e in Italia, tuttavia il suo carattere malinconico e sognante dovrebbe più spesso potersi dispiegare». (Hector Berlioz – “Grand Traité d’instrumentationet d’orchestration modernes)
La chitarra con le sue molteplici declinazioni (classica, elettrica, ritmica, acustica, semiacustica, folk, battente, solista, jazz, etc.) è oggi uno degli strumenti musicali più diffusi. Spesso, però, si identificano con lo stesso nome strumenti molto diversi, usati in contesti specifici con tradizioni e funzioni autonome, che condividono solo l’appartenenza alla famiglia dei cordofoni e l’intonazione delle corde. Dalle origini fino al Rinascimento, la storia della chitarra risulta confusa, a causa dell’assenza di musica scritta e della scarsa documentazione disponibile. Dal sec. XV si diffonde uno strumento a corde con la cassa a forma di otto, chiamato viola in Italia e vihuela in Spagna e che, a sua volta, darà origine alla chitarra rinascimentale a quattro cori (corde doppie). A partire dal sec. XVII, la chitarra barocca, spesso finemente intarsiata, aumenta le dimensioni della cassa e vede l’inserimento di un quinto coro. La chitarra esacorde, con l’attuale intonazione, si diffonde in Europa fin dalla fine del sec XVIII. Agli ultimissimi anni del Settecento, risalgono i primi metodi e trattati per lo strumento, accolto con successo nelle accademie musicali e nei salotti culturali più influenti delle grandi capitali europee. Nel primo quarto del XIX secolo, la chitarra si impone come lo strumento alla moda che tutti vogliono suonare e ascoltare, anticipando esattamente quello che avverrà con il Pianoforte qualche anno più tardi. A Vienna e a Parigi, il forte interesse per la chitarra favorirà non solo editori musicali, costruttori di corde, liutai, insegnanti ed impresari, ma l’affermarsi sulla scena concertistica di una nutrita schiera di eccellenti chitarristi-compositori, quasi tutti di origine e formazione italiana, tra i quali spicca la figura del pugliese Mauro Giuliani. Tra i più importanti: Ferdinando Carulli, Matteo Carcassi, Valentino e Francesco Molino, Luigi Moretti, Fernando Sor, Dionisio Aguado, Napoleon Coste e il celebre violinista Niccolò Paganini, che suonava anche la chitarra. A tutti loro va il merito di aver contribuito, con le loro composizioni, all’arricchimento di una letteratura chitarristica di pregio, evidenziando le potenzialità solistiche e cameristiche dello strumento. Nel Novecento, il carisma interpretativo di Andres Segovia, segna un nuovo corso nella storia della chitarra: le sue interpretazioni evidenziano una ricercatezza timbrica e un potere espressivo mai ascoltati prima su una chitarra. Tra le mani di Segovia prende forma uno strumento nuovo: la chitarra moderna, ancora oggi in piena sintonia con i nuovi percorsi della musica contemporanea.
Lo studio della Chitarra nel Liceo Musicale prevede una lezione individuale settimanale, in orario pomeridiano.
Nel corso del quinquennio lo studente sviluppa notevoli capacità tecnico esecutive ed interpretative mediante lo studio di due strumenti (lo strumento principale e il secondo strumento) e della pratica di musica d’insieme. Al termine del percorso liceale, lo studente avrà acquisito: lo sviluppo di un personale metodo di studio; una buona conoscenza della letteratura specifica dello strumento; capacità analitiche a fondamento delle scelte interpretative; la pratica dell’improvvisazione e della lettura estemporanea.