Riflessioni sul 25 Aprile

Il 25 aprile …. settantacinque anni fa

 

 

 

Facendo epoché delle sterili contrapposizioni politiche che alimentano solo rigurgiti di inane povertà spirituale, la ricorrenza del 25 aprile, seppure a distanza, deve continuare a coinvolgere le coscienze dei nostri studenti e di tutta la comunità scolastica, che ha il dovere morale  -se non costituzionale-  di tradere ai ragazzi quello sforzo collettivo che ha visto protagonisti uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale, pur nella diversità delle specifiche posizione ideologiche e culturali, mossi dai valori di libertà e di rispetto degli inalienabili e primigeni diritti umani.

In questo triste periodo assistiamo sgomenti alla scomparsa di una fascia della popolazione italiana che ha vissuto l’orrore della guerra e che si è fatta carico dell’onere della difficile ricostruzione postbellica, affidando fiduciosa le speranze della ripresa allo spirito della tanto faticosamente conquistata democrazia. È a loro che in questo 25 aprile dobbiamo rivolgere i nostri pensieri e le nostre riflessioni, loro che il virus del totalitarismo non ha abbattuto ma temprato, attraverso sofferenze, privazioni, carcere, confino, torture, deportazioni, una generazione che ha saputo fare del sacrificio un’arma di riscatto e di fondamento etico.  È questa una lezione di profondo senso civico che, se interiorizzata, dovrebbe indurci a dismettere quella logica incline alla costruzione di un “nemico pubblico” verso cui veicolare ansie e frustrazioni, dovrebbe riaccendere l’entusiasmo per un recupero integrale della categoria dell’humanitas, la sola che può imporsi quale denominatore comune capace di far coesistere armonicamente le singole identità nazionali.

Sarebbe opportuno (ri)leggere quel monumentale discorso che nel 1955 Piero Calamandrei tenne agli studenti di Milano sulla Costituzione che si chiudeva con parole, che qui si ripropongono, con la speranza che rimangano scolpite negli animi dei nostri alunni … Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, perché lì è nata la nostra Costituzione.