Musica d’Insieme – Archi

Presentazione a cura della Prof.ssa Patrizia Battista

 

La Musica, come ormai noto a tutti, contribuisce in modo determinante al processo di maturazione ed allo sviluppo armonico della personalità dell’allievo, potenziandone le facoltà cognitive, affettive, psico-motorie e di socializzazione.

Nell’ambito del quinquennio del liceo musicale, il perseguimento dei suddetti obiettivi si articola in due momenti distinti. La lezione individuale di strumento permette al docente di individuare ed elaborare percorsi didattici più inerenti possibile alla realtà cognitiva dei singoli allievi con la conseguente possibilità di osservare e di predisporre eventuali modifiche degli obiettivi prefissati, modulandoli sulla base delle risposte individuali. La musica d’insieme rappresenta un altro utilissimo strumento di cui noi docenti disponiamo a tal fine.

La lezione d’insieme rappresenta, infatti, un momento di aggregazione tra gli allievi sicuramente efficacissimo per lo sviluppo delle capacità di socializzazione e di autocontrollo. Attraverso l’ascolto reciproco e il confronto con i compagni, l’allievo potenzia le sue capacità di osservazione, di attenzione, la capacità di analisi, il senso critico.

Il ritmo, l’intonazione, le dinamiche, l’attacco o la chiusa di una frase, l’attenzione al gesto direttoriale sono solo alcuni aspetti che emergono nel suonare con gli altri. Bastano poche note per avviare gli studenti alla pratica strumentale d’insieme.

Uno dei grandi vantaggi che la musica d’insieme offre agli allievi è che sin dall’ inizio essi possono creare una polifonia, un contrappunto, un’armonia che li gratifichi e li distolga dalla fatica legata all’approccio iniziale con il proprio strumento.

Nei miei vent’anni di insegnamento, ho potuto notare come molto spesso i ragazzi riescano ad essere assai più attenti e critici nella valutazione di difetti di postura o di ritmo dei loro compagni di quanto lo siano nei propri confronti. Inoltre, suonare piccoli brani che abbiano un senso armonico compiuto, consente agli allievi di esprimere una gamma differenziata di emozioni attraverso le quali valorizzare la propria sfera interiore migliorando e accrescendo la conoscenza di se stessi e della propria emotività.

La raccomandazione più frequente che ripeto ai miei allievi nel corso delle lezioni è quella di ascoltarsi bene, raccomandazione che sembrerebbe quasi superflua tanto questa attività sia intrinseca al suonare stesso. Ma, l’ascolto al quale mi riferisco non è quello passivo, legato unicamente alla percezione del fenomeno acustico, bensì quello interiore grazie al quale è possibile effettuare il riconoscimento della differenza sostanziale tra produrre suoni e fare musica.

La capacità di ascoltarsi attivamente si sviluppa solo attraverso un esercizio attento e costante ed è il primo e il più utile rimedio ai problemi di intonazione. Nei primi anni di studio, gli allievi non sono in grado di ascoltarsi nell’attimo che precede il suonare e quindi stonano a causa della mancanza di un modello preventivo da riprodurre. L’intonazione non è dunque il risultato di un procedimento meccanico delle dita, bensì un processo mentale da sviluppare attraverso l’ascolto attivo e la concentrazione. Se l’attitudine all’ascolto viene curata e sviluppata sin dall’inizio degli studi, l’intonazione diverrà elemento imprescindibile di un bel suono.

La lezione di musica d’insieme è certamente l’ occasione migliore per sviluppare la capacità di ascolto e di attenzione: elementi essenziali e imprescindibili affinché i suoni divengano musica.